La lirica de « L’angelo di fuoco » e la sua logica terrificante

ange-de-feu-lyonC’é una giovane donna straniera, bionda, dall’aria candida, ma sotto i suoi occhi cosi belli si nasconderebbe il diavolo ? Sola in un albergo in fondo al bosco, abbandonata dal mondo, Renata cerca il suo compagno, Madiel. Sono legati da una promessa, ma lui dov’é ? Renata cerca, é impaziente. Lui é partito lasciando a questa giovane come unica compagnia solo una banda di tristi demoni che si agitano nella notte. Ovviamente il villaggio la teme, se ne parla. Si narra che sia lei la colpevole della scomparsa dei bambini, che divori le pecore, che adori Belzebù. Madiel, suo angelo custode, aveva avviato Renata sin da bambina ad una vita casta e di santità , ma lei si invaghisce dello stesso che, irato, si trasforma in una colonna di fuoco. Solo un uomo coraggioso, un cavaliere, Ruprecht ha pietà di lei. Ne é addiruttura innamorato, nonostante il cuore di Renata sia totalmente preso da Madiel. Per lei é disposto a tutto : combattere sino anche a morire.

Il russo Prokofiev sa andare contro le regole del gioco dell’opera classica. La sua é un’opera proibita, tratta dal celeberrimo romanzo di Brjusov, una macchina da incubo, un’opera carica di simbolismo e misticismo, di elevazione spirituale. Un mondo cupo e sconvolto quello che arde nell’ Angelo di fuoco, non facile da rappresentare.

E’ la storia di una tragica ossessione ambientata nelle nere inquietudini della Germania del ‘ 500. Intorno vi sono duelli, premonizioni, stregonerie. Ma quello che rende più il pubblico più instabile sono le perpetue visioni demoniache, ossessive, molto più che inquitanti, fino alla condanna al rogo di Renata da parte dell’Inquisizione per essersi congiunta carnalmente con il Demonio . In seno al convento la giovane ha trovato Madiel, il male.

La musica é forte, ben scandita, quasi allucinata, dal dinamismo frenetico. Nessuno spazio alle lacrime romantiche e patriottica a cui siamo stati abiatuati. Solo profonde riflessioni sulla condizione umana, ambigua, densa, appasionata.

Abbiamo un’eroina i cui desideri sono smisurati al punto da poter essere definiti vertiginosi. L’enigma che la confonde é responsabile del dinamismo della storia, dell’affascinante impresa che sfugge alla ragione. E’ la sconfitta di fronte alla potenza delle forze del male che sembra nascere semplicemente dalla ricerca dell’amore. E’ un conflitto interiore doloroso, sofferente, accecato da un desiderio carnale. Pulsioni intime che si confondono con il senso di colpa che divora l’eroina.

Assistiamo a un dramma soprannaturale, immaginario, psicanalitico. Angosciante. Temiamo e soffriamo.ange-de-feu-lyon-2

2016 – Lasciate Cuba tranquilla !

cuba-smartphoneE’ trascorso ormai un anno. Ho vissuto a casa dei cubani. Ho visitato profondamente i vari angoli dell’isola. Ho visto una Cuba splendente di luce propria, vivace e colorata, ricchissima umanamente e culturalmente. Ho visto gli occhi dei sui abitanti e ammetto che non si possono dimenticare. Si possono osservare per ore, si possono amare, si possono inviadiare.  Questo Paese e queste persone entrano nel cuore per restare. Questa non é la ricchezza propria delle cultura occidentale (che ama marcarsi col termine « democrazia »), quella monetaria e materiale, questa é UNICA nel suo genere, non semplicemente rara. Per questo motivo sarebbe ora più che mai necessario custodirla gelosamente, proteggerla. Cuba é un bene per tutta l’umanità.

Invece il mondo attuale ha preso una posizione radicalmente differente le cui conseguenze saranno purtroppo irreversibili. Abbiamo non soltanto abbandonato Cuba, ma ripreso una conquista del tipo assolutamente coloniale. D’altronde é un dato storico : la nostra cultura superiore ama l’essere « conquistadores ». Nulla di cui essere fieri…

cuba-rio-2016Un velo colmo di vergogna ricopre il mio volto nel leggere che in occasione dei giochi olimpici di Rio Christian Louboutin et il concept store Français Sporty si sono associati al fine di creare la divisa ufficiale della delegazione cubana. Rosso per gli uomini, beige per le signore, una bandiera. Una rivoluzione evidente e non l’unica. Nei mesi precedenti la sconvolgente sfilata di Chanel sul Prado dell’Havana. Un semplice schiaffo dalla potenza disarmante al Paese che teneva duro da decenni. Il luogo in cui la semplicità poteva ancora vivere serena. L’apertura di una sessantina spot Wifi ha creato l’alba di una vera rivoluzione nell’isola da tempo tagliata dal mondo. I cubani scendono in strada e invadono le piazze per « comunicare ». Oggi si vedono all’Havana giovani cannibalizzati dai loro smartphone connessi. Oggi il capitale mette radici laddove non aveva accesso, il clan Kardashian sbarca col proprio jet mentre sfoggia sui social immagini inverosimili della capitale.

Non puoi amare cio’ che non conosci. Puoi credere di amare il capitalismo, ma quando lo vivi quotidianamente capisci molte cose. E allora non puoi più tornare indietro : é troppo tardi.

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Kim Kardashian West a Cuba

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Chanel 2017 Cruise Collection Cuba

Les Parapluies de Cherbourg, un musical francese

parapluie-locandinaIl festival Lumiere 2016 che si tiene a Lione consegnerà il proprio Prix Lumiere a Catherine Deneuve. Una donna, un’attrice, il cui carisma e la cui forza hanno affascinato attraverso una lunga brillante carriera. Di conseguenza stupisce di non vedere tra le pagine del programma il capolavoro che l’ha consacrata sul grande schermo : Les Parapluies de Cherbourg.

Palma d’oro a Cannes nel 1964, candidato all’Oscar, questo primo musical francese cinematografico che deliberatamente fa l’occhiolino ai colossi di Hollywood come “West Side Story” diventa in breve tempo un fenomeno internazionale.  E’ il primo film a colori totalmente cantato.  E qui i colori, saturi e elettrici, giocano un ruolo da protagonista, quasi allo stesso livello di una partizione studiata per ottenere la massima commozione dallo spettatore. Considerato il mio personale coinvolgimento durante la visione posso ammettare che la missione é magistralmente riuscita nonostante siano trascorsi 52 anni dall’uscita del film di Jacques Demy.

La partizione stessa é scandita da frasi « primo fazzolezzo », « secondo fazzoletto », ecc…  mentre le tematiche dell’assenza, della guerra, del tradimento, del folle amore, della passione, della fedeltà scorrono tra le note. Questo é anche uno dei rari film in cui viene evocata apertamente la guerra in Algeria.

parapluie-immagineUna giovane e splendente Catherine Deneuve interpreta Génevieve che vive il suo primo grande amore con Guy rappresentato dall’italianissimo Nino Castelnuovo ; sono felici, vogliono sposarsi. E tutto cio’che viene dopo é inutile svelarlo. Ma nell’amara delusione delle storie a cui sembra mancare un lieto fine ricordiamo che Genevieve non ha dimenticato, altrimenti non sarebbe tornata a Chembourg. La sua colpa é quella di non aver avuto la pazienza di attendere.

Un’opera moderna, attuale, scandita attraverso tre atti felici e tragici che ci interroga sino a che punto sia possibile lottare per realizzare i propri sogni, quale sia il significato della vita e del proprio passato, ma anche del valore del proprio futuro.

 

Una vacanza in Costa Blanca

Spagna : voglia di mare, di cultura, di esotismo mediterraneo e di allontanarsi dalle mete più classiche da sempre nel mirino dei turisti italici… Voglia di scendere lungo la costa e di scoprire un volto ricco di gusti e sapori, di colori e emozioni. Eppure la Costa Blanca non é particolarmente conosciuta (non nascondo una certa difficolta’ nel trovare indizi e informazioni prima di intraprendere l’avventura…). Allora perché partire e sceglierla come destinazione delle proprie vacanze?

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    Javea

    Perché amate la storia e il retaggio culturale delle zone che esplorate. Infatti, cartina alla mano, scoprirete nei dintorni una vastissima zona ricca di resti archeologici, dai siti greci a quelli romani, testimone di strati di generazioni, di battaglie di racconti che diventano reali passeggiando nei quartieri medievali, calpestando i vicoli strettissimi e ammirando le facciate dai portali ad arco e dalle finestre gotiche ornate … La forma delle chiese non é mai casuale. Narra del suo popolo, delle varie invasioni, dei mori, degli ortodossi, delle fortezze, dei cattolici. Le iscrizioni nascoste sono altrettanto loquaci. Dalla preistoria alla vita bucolica di solo qualche decennio fa la vita di un popolo si svela semplicemente ai vostri occhi, passando dai saccheggi delle bande dei pirati. Un patrimonio impressionante registrato spesso nel registro Unesco ! Consiglio : dedicate un pochino del vostro tempo per visitare il museo situato nel centro storico di Javea. L’ingresso é gratuito, tutto é ben presentato e il palazzo é un gioiellino con corte e decori originali da ammirare.

  2. Perché amate il mare, la spiaggia e le acque cristalline.
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    Ruta de mirador

    Questo é il posto ideale, con un littorale di circa 200 km di costa. Lunghissime spiaggie di sabbia finissima si alternano armonicamente a piccole baie affascinananti (in estate letteralmente invase da turisti di tutto il mondo) e a scogliere imponenti e senza dubbio impressionanti. Il percorso panoramico lascia senza parole, mentre scorrono diverse sfumature di blu, azzurro, turchese… il mare incanta sempre o ovunque. Non solo : la costa Blanca é il paradiso per le famiglie con le sue spiagge urbane dotate di ogni confort, per i giovani con i suoi numerosi bar alla moda dove sorseggiare cocktail a qualsiasi ora del giorno e della notte, dove praticare diversi sport nautici, ma anche dove trovare luoghi selvaggi, dune, pinete… In ogni caso resta una zona rinomata per i tesori riservati a chi non osa rinunciare alle immersioni ! Consiglio : rilassatevi sulla spiaggia della Granadella e ammirate il paesaggio lungo la Ruta del Mirador di Javea.

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    Arroz

    Perché amate mangiare bene. E la cucina locale non deluderà nessun tipo di palato, proponendo numerose variazioni di risotti, pesce e frutti di mare. L’arroz, il riso, é infatti il grande protagonista della regione, nei menu’ dei ristorianti di città come dei piccoli villaggi… Elemento importante é osservare che qui i ristoranti restano sensibili nel promuovere la gastronomia e i prodotti locali. Le porzioni di tapas sono abbondanti, saporite e varie mentre il servizio semplice, segnale di una buona atmosefera regnante, e il tutto quasi sempre per un prezzo irrisorio. Consiglio : gettatevi su tapas sconosciute in locali dove si parla esclusivamente spagnolo, il successo é garantito.

  4. Perche non sapete dove si trova la Costa Blanca. E non posso darvi torto poiché l’ho ignorato a lungo anche io personalemente… ma questa é la denominazione turistica affidata alla costa mediterranea a sud-est della Spagna, laddove regna la comunità Valenciana e la provincia di Alicante.
  5. Perché si trova accanto a Valencia.
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    Valencia

    La città attraente e dinamica , dalla scena culturale ricca e raffinata, dalla vita notturna movimentata, dall’architettura modernista. Qui passeggiare significa scoprire gioielli che si vogliono custodire gelosamente all’interno del proprio obiettivo fotografico. Qui la luce rende tutto magico e si potrebbe restare immobili ore a contemplare il riflesso del sole sulle mura antiche o sulle recentissime meraviglie della Ciudad de las artes y las ciencias. Ed é a Valencia che non si deve fuggire alla tentazione culinaria della paella, la vera paella valenciana, quella il cui sapore puo’ restare per sempre sconosciuto sino al giorno in cui la si assaggia. Un viaggio gustativo di non ritorno ! Consiglio : la vera paella a Valencia con le lumache si trova nel ristorante « Da Ana », in centro, ma nel cuore tranquillo e senza dubbio senza pretese di essere una trappola per turisti.

La moda a passo di gatto

L’universo fashion adotta in modo unanime una nuova mascotte : il gatto. Tutto ebbe inizio con Karl Lagerfeld et la sua Choupette, una gatta divenuta la fonte d’ispirazione del celebre stilista nonché elemento di promozione per altri marchi quali Opel o Shue Uemura…

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Karl Lagerfel e Choupette

Choupette vide l’alba della sua carriera nell’agosto 2012 tra le braccia di Laetitia Casta…  A suo onore venne presentata una borsa nella collezione Chanel autunno/inverno 2012/13, e le numerose capsule collection ogni anno non mancano occasione di presentarsi nei grandi magazzini… Un vero strumento mediatico che secondo alcuni media ha permesso di generare nel solo 2014 circa tre milioni di euro !!!!

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Capsule collection “Choupette”

Ma oggi non si tratta solo di Choupette. Gli stilisti incorporano il gatto nello spirito delle loro collezioni. L’animale ispira le passerelle del 2016, diviene la vera tendenza, il compagno eterno amato, stampato sopra abiti e presente negli accessori « must have ».

Il gatto ispira passione e apatia, ma l’essere umano vi convive da sempre… L’arte nel corso dei secoli gli ha dedicato opere straordinarie da Goya a Picasso, senza dimenticare la sua importante presenza già nell’antico Egitto. Doris Lessing ha lasciato in eredità il breve romanzo Gatti molto speciali, Shakespeare nel celebre Romeo e Giulietta  nominava Tebaldo  « Principe dei gatti » e ancora il felino compare come Cheshire Cat (o Stregatto) nel personaggio inventato da Lewis in Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie. Ma un’indimenticabile Audrey Hepburn lasciava questa impronta di stile già nel 1963 girando la pellicola Colazione da Tiffany.

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Audrey Hepburn (1963)

Oggi Stella McCartney ha addirittura organizzato un vero e proprio casting di gatti di razza ragdoll al fine della peparazione del suo lookbook prefall. Gucci, Comme des garcons, e altri seguono a ruota… Il felino si prepara a invadere definitivamente il nostro armadio. E’ lui ancora il padrone di casa, con il solito passo naturale.

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Stella McCartney

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Gucci

Tanta nostalgia degli anni’90 – il 1996

90s… come gli articolo 31 ci hanno insegnato a canticchiare il piena fase adolescenziale quando ancora gli anni’90 facevano parte del presente. Si parlava di futuro, di 2030.

« E la mia mente indietro vola, veloce fila a prima del 2000, tanti anni fa, quando si era in tempo, adesso no, e oltre contro see’erano i pro… perciò… ohh…Tanta nostalgia degli anni ’90, quando il mondo era l’arca e noi eravamo Noè, era difficile, ma possibile, non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perche’. see’era chi aveva voglia, see’era chi stava insieme, see’era chi amava ancora nonostante il male, la musica, see’era la musica, ricordo, la musica, la musica, see’era la musica, la musica. »

E oggi che siamo alle porte del gate, in questo autoporto futuristico, possiamo permetterci una retrospettiva ? Forse nostalgica, ma possiamo almeno affermare con certezza che il 1996 é un anno che siamo contenti di aver vissuto. Un anno di SOLI vent’anni fa.

90s3Era proprio l’estate del 1996 quella in cui “Wannabe” scalava la classifica in 30 paesi del mondo rendendo popolare il rivolzionario concetto di girl power. E’ una band inglese (ne abbiamo conosciute tante, no ?) sovraeccitata che si imbuca ad una serata e inneggia cantando l’importanza dell’amicizia tra ragazze: é il fenomeno Spice Girls che avrebbe potuto eclissarsi dopo l’esplosione di una sola grande hit. Ma cosi non é successo. Le cinque spice hanno incarnato una nuova ondata di femminismo nella cultura pop, basata su paillettes, unghie finte e tanta artificialità. Una forza singolare che forse desiderano aver ereditato regine del pop che lottano oggi per il trono come Rhianna…

Poi ci sono quelle felpe con il cappuccio, quei berretti con la visiera rigida, quella cultura di strada hip hop, che oggi si é finalmente ancorata nel panorama italiano al punto da giungere in massa sul palco dell’Ariston a Sanremo. Solo negli anni’90 esplodeva il fenomeno del rap italiano… Se le sonorità dei Sottotono e degli Articolo 31 sembrano antiche o lontane rispetto ai Fedez odierni é giusto ricordare che proprio nel 1996 il giovane Neffa raggiungeva il disco d’oro grazie al successo del suo lavoro « Neffa e i messaggeri della dopa ».

Poi c’erano i centri sociali e la loro golden age condita di sonorità punk, c’erano i Punkreas e i top cortissimi dei Prozac +. Si pogava. E accanto c’erano gli eterni romantici che inneggiavano al pop degli 883 o al rock melodico di Ligabue.

Il 1996 é la poesia di Tori Amos, dei Fugees, dei Fool’s Garden che si scontrava con la grinta di Alanis Morissette, degli Oasis, dei Blur.

Tutti giovani e forti, una nuova energia, una rivoluzione musicale con molti raggi. Una rivoluzione sociale. Un nuovo mondo sino a oggi.

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Thailandia : Bangkok e la sue isole

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Nozze di cotone, ovvero primo anniversario di matrimonio. Desidero di allontanarmi dalla quotidianità, di partire ancora una volta fuori stagione per festeggiare con fuochi d’artificio la nostra nuova vita insieme. Ma questa volta il viaggio é eccezionale : si parla di Thailandia e come un miracolo tutto diventa realtà !

Due settimane tra relax e scoperta di un mondo che affascina chiunque…

DSC02523Bangkok, questa é la metà di arrivo dopo un volo AirFrance con scalo a Parigi che non é stato dei più confortevoli… ma questo é di poco interesse quando si realizza che l’avventura ha avuto inizio. Prendere un taxi non é cosi intuitivo : dobbiamo cercare un distributore automatico della società che regola il traffico e il trasporto pubblico contro le frodi che dovevano essere diventate comuni.

Pochi thailandesi parlano inglese ma cio’ non impedisce che siano socievoli e che tentino di conversare. La barriera linguistica é veramente spiacevole ma purtroppo in questo caso insormontabile.

In pochissimo tempo ci si rende conto che la metropoli é davvero enorme. Il traffico é intenso, soffocante, impossibile programmare con precisione orari di arrivo. Tutto questo non é un peccato se si cerca di vivere la vita locale. Scooter ovunque, qualche rara bicicletta, numerosi mototaxi, e un sentore di smog molto elevato…

DSC02542Ma ecco il quartiere di Sathon, quello dei grattacieli, quello accanto alla linea della metropolitana e prossimo anche al fiume grazie al quale é possibile spostarsi in città più rapidamente. Questo é il quartiere ideale sove soggiornare, poggiare le proprie valige, bere un Mai Thai dall’alto di un Roof Bar, rinfrescarsi in un’ insolita piscina al 29° piano. Ci si sente coccolati e al riparo dalle ondate di calore e umidità che dopo qualche ora di turismo diventano eccessivamente moleste e prossime allo svenimento. Qui a Bangkok la vita costa meno per davvero e questi piccoli lussi sono realmente accessibili !

Tenere la moneta é fondamentale per poter acquistare presso i distibutori automatici i biglietti per la metropolitana, modernissima e molto climatizzata… Si arriva a Siam Square e ci si illumina di fronte ai centri commerciali brillanti che chiamano in ogni dove. Questo é evidentemente un universo di consumismo sfrenato prossimo al futurismo. Questa é la Bangkok altolocata che si contende le boutique di Alexander McQueen, Stella McCartney, ma non solo. La sera il mercato invade la strada principale e la gente (sopratutto turisti) vi si reca senza esitazione alcuna. I prezzi particolarmente bassi e uno stile casual elegante faccio cedere verso i primi acquisti. Ma lo shopping é anche quello dei prodotti tecnologici : qui si trova tutto cio di cui si ha bisogno senza bisogno di investire un patrimonio!

DSC02564Di giorno i mercati nel quartiere centrale, nelle stradine strette, rendono l’ambiente colorato. Il famoso mercato dei fiori diffonde aromi. E ci si prepara a visitare i templi maggiori della città, con rispetto e curiosità. L’enorme statua del Buddha reclinato a Wat Pho, cosi imponente da far dimenticare per un attimo il calore umido angosciante, si associa allo stupore per l’architettura esotica. Ci offrono una bottiglietta d’acqua per poter ammirare il tutto senza svenire. E’ un mondo differente, una cultura da stimare. E poi é esotico anche visitare il quartiere a luci rosse di Patpong che merita in ogni caso un’attenzione turistica 😉

Sfruttiamo le compagnie Low Cost locali per scendere verso le isole. Nok Air e Thai Smile propongono dei pacchetti volo + bus + nave per pochi euro… e non ci si deve preoccupare nell’organizzazione. Giunge l’ora di Koh Samui. Le spiagge sono bellissime, il panorama mozzafiato, l’acqua limpida e calda, tutto perfetto per non privarsi dello snorkeling. Incrociamo turisti da tutto il mond20160519_090222o mentre giriamo utilizzando i taxi collettivi. Ci si scambia opinioni, consigli, punti di vista. E poi ci si rilassa mangiando coi piedi poggiati sulla sabbia. E ci si abbronza anche quando il cielo é coperto di nuvole ! Tutto questo é possibile associando un paio di massaggi thai (coraggio, nonostante il dolore sono poi rilassantissimi !) al suono delle onde del mare.

Dato che ci siamo, e dato che ci sentiamo ancora giovani, dopo tanto relax ci spostiamo verso la Mecca dei party : la Full Moon a Ko Panghan ! La festa della luna piena consiste, nella lunghissima struscia di spiaggia di Haat Riin, in una festa di 24 ore a base di musica elettronica, alcool, acrobazie, colori fluo, fiori, ecc… Una meraviglia ! Uno spirito di festa e condivisione che vorresti durasse per sempre. Le canzoni ci restano in testa per il resto della vacanza. La tee shirt é il ricordo che ci portiamo in spiaggia insieme alla corona di fiori fluo che decido di non abbandonare mai per il resto del viaggio. Il tempo si ferma alla Full Moon.

Ma quest’isola é rinomata anche per essere zona dedita alla meditazione. Perché non dare un’occhio alla costa ovest ? Qui i centri di yoga si trovano ad ogni angolo. Il nostro bungalow nel cuore della giungla con vista mare ci riporta verso una nuova Thailandia. I turisti sono vegetariani o vegani. Il consumismo é bandito. Ma é tutto stupendo…

20160527_130628Ultima tappa decisa nell’angolo irraggiungibile di Ko Panghan, la costa lussuosa dove risiedono solo pochissimi alberghi. Il livello é nettamente superiore. Qui le vacanze sono ultralusso ! Ci viene consegnata una villetta privata con piscina. Per un prezzo irrisorio. Viviamo i notri ultimi tre giorni sopra una nuvola, per non dire « tre metri sopra il cielo ». Ci chiediamo come sia possibile poter godere di più di un paradiso simile. Ci sentiamo liberi, lontani da tutto.

E proprio per questo dobbiamo rientrare nella capitale. Una lunghissima peripezia per accedere al volo diretto in Europa : il vecchio mondo che appartiene alle nostre radici e a cui non possiamo rifuggire. 2 stato fantastico ma dopo ogni parantesi di torna a casa. Ma si torna col cuore pieno  « di cose belle ».

Shopping compulsivo – LA DRAMMATICA STORIA DELLA MIA UNICA GONNA GAT RIMON

Una giornata primaverile. Sono uscite le nuove collezioni di brand che ho sempre conosciuto solo sulle riviste patinate ma che non mi sono mai potuta permettere. Mi sento comunque in dovere di dare un’occhiata dal vivo alle novità, non vorrei mai restare indietro sulle ultime tendenze! Cosi finisco senza volerlo di fronte a GAT RIMON. So che devo allontanarmi. La tentazione é come una corrente che puo’ diventare molto pericolosa, sopratutto quando ricordi il tuo guardaroba e sai che non hai bisogno di nulla. Ma dopotutto sono una persona adulta e so contenermi. Solo ingenua curiosità giusto?

Mi avvicino e vedo un colore turchese : una freccia di Cupido. “Io NON HO NULLA di quello splendido colore e il tessuto sembra veramente fantastico” dico avvicinandomi all’oggetto proibito. Una gonna con bottoni e cintura intrecciata annessa. Perfetta, immagino già l’outfit. Mentre launnamed (2)-3-3 osservo dignitosamente una signora la prende in mano, commenta a voce alta che la trova molto carina. Nessun problema se non mi fossi resa conto che era l’ultimo articolo disponibile.

Calma e sangue freddo. Rifletto e mi dico che quella signora non potrà comprare la MIA gonna perché non é assolutamente il suo stile, quello é il MIO stile. L’ansia cresce mentre entra nel camerino. Non mi allontano,la tallono,fingo interesse per ogni capo circostante pur di non perdere il controllo della situazione. La signora esce esitante. Le videocamere di sorveglianza devono aver ripreso le mie espressioni di panico e terrore (immotivato: é solo una gonna, di cui non ho bisogno e pure eccessivamente costosa).

Dopo 20 minuti la signora posa sbuffando l’articolo, la mia mano é pronta ad afferrarlo ad una velocità imbarazzante. Solo in quel momento mi rendo conto di un dettaglio: la taglia. Corrisponde a una M.Capisco subito che é troppo larga. Analizzo con maggior lucidità la situazione, non posso aver atteso e lottato cosi a lungo per niente! Mi dico che si tratta di una gonna a vita alta, quindi cadrà a vita bassa su di me e tutto tornerà a essere splendido come immaginato.

Persuasa dall’efficacia della mia teoria e grata al mio genio, nonché stanca per la lunga attesa, decido che non posso esitare oltre. Compro direttamente,scoprendo che ha pure due tasche (io adoro le tasche!). Il prezzo non ha più peso in questo caso di acquisto molto complusivo. Striscia la carta. Rientro a casa felice, ho la mia prima gonna GAT RIMON! Lei é bellissima e sarà la protagonista della nuova stagione.

Trascorre un mese, cerco di poterla indossare ma é impossibile,troppo larga,mi sta evidentemente MALE. Eppure devo nascondere la mia disperazione per orgoglio. Cupito mi ha lasciato a gestire il dramma; nessuna soluzione se non rendere felice un’altra ragazza. Lei, la mia gonna adorata soffre nell’armadio soletta ancora con l’etichetta …

Euro 2016 – L’esposizione di Lione, divino calcio

divinement footGli europei di calcio del 2016 trovano casa dai nostri vicini di casa francesi. L’evento che raccoglie tifosi da ogni paese (o quasi) del vecchio continente invade alcune grandi città, tra cui Lione che, concesso il gioco di parole, colgono la palla al balzo per lanciare qualche evento culturale che possa sposarsi con un mondo che il più delle volte sembra molto lontano dalla filiera culturale.

Dibattiti e confereze sul tema della « democrazia » nel calcio sono nel calendario cittadino sotto l’ombrello La démocratie par le foot, ma non solo. Il museo di storia cittadina, il museo Gadagne, che trova casa nel centralissimo quartiere di vieux Lyon si é messo in gioco inaugurando il 21 aprile un’esposizione : Divinement foot !

Fino al 4 settembre la città si rivolge ad un pubblico differente, quello dei turisti che si recano in città per assistere a una partita, a coloro che si dipingono il volto e si avvolgono nella bandiera della propria nazione, a quei tifosi che non siamo abituati a immaginare all’interno di un museo. Ma perché no ? Sarebbe limitativo perdere l’occasione e affermare il contrario. La storia di un tessuto cittadino passa anche da questo, e in Italia dovremmo saperlo molto bene.

E cosi Lione ci ricorda attraverso un’esposizione interattiva adatta ad ogni tipo di pubblico come questo sport sia da considerarsi una sorta di nuova religione particolarmente popolare in tutto il mondo. Se ne analizzano i riti, gli eroi beatificati, i luoghi di culto, i valori. Il tutto con in apertura la sovrapposizione evidente della coppa premio (quella che si alza a seguito di una vittoria per intenderci…e che si colleziona con fierezza) e del calice che rimanda a sua volta a tradizioni come quella del Santo Graal. Tutto diventa immadiatemente evidente.

Vignette-paniniL’introduzione inserisce subito questo sport nella dimensione sacrale, i calciatori sono idoli ed eroi. Un vacabolario religioso. L’olandese milanista Van Basten accettava l’appellativo di « San Marco » donatogli dai tifosi… Un vero e proprio furto della terminologia e cultura propria al campo religioso, e non si tratta di campo da gioco. Noto a chiunque é il culto di Pelé, per il quale la nazione ha addirittura istituito un giorno di festa nazionale, e di Maradona. Simili a quei santini che le nonne di altri tempi conservano gelosamente, ecco spuntare immagini dei giocatori da idolatrare. Era il 1961 quando la repubblica del pallone (leggesi Italia) generava una vera e propria rivoluzione : l’album di figurine Panini ! Proprio durante i recentissimi Mondiali di Rio i giocatori spagnoli sono state rappresentati nell’album storico da un’artista tedesco  come santi in vetrate di una cattedrale. Scelta originale che lo stesso autore attribuisce propria alla cultura spagnola poiché ammette che non avrebbe potuto realizzare la stessa cosa per la squadra della Germania. Differenze culturali…

altarino maradonaQuesta nostra Italia, non considerata la Cattolicissima come la Spagna, aveva comunque già sperimentato nella fase Risorgimentale una nuova religione laica, quella della patria. Quando Garibaldi diventa Maradona cosa succede ? Emergono anche in questo caso le reliquie preziose e senza prezzo. Quindi esposto in sala un pittoresco altarino (riprodotto) presente di fronte un bar napoletano contente un paio di capelli del celebre giocatore argentino. Quei capelli vengono idolatrati, e non solo. Citando lo stesso testo pubblicato su Wikipedia é stata fondata nel 1998 a Rosario una chiesa a lui dedicata : « La Iglesia Maradoniana (Chiesa di Maradona) è una religione parodistica fondata dai sostenitori dell’ex-calciatore argentino Diego Armando Maradona, da loro considerato il migliore al mondo nonché Dio del calcio. ». Preghiere, sacramenti e festività (esiste sia una Pasqua che un Natale), nonché una buona dose di seguaci sorprendono i non credenti ! Ovviamente l’esposizione lascia aperta una parentesi sui dibattiti che restano in ogni caso vivi a oggi come l’abuso di droga e l’illegalità praticata dal giocatore…

Ma siamo ancora nella sfera religiosa quando il 22 giugno 1986 lo stesso Maradona, durante i mondiali in Messico, segna di mano contro l’Inghilterra dichiarando, al termine della partita, che si trattava di un gol per « mano divina ».

togoMolto interessante é anche osservare la vetrina dedicata ad altri tipi di rituali religiosi legati a questo sport, come quelli praticati dal Togo nel 2006… Le differenze culturali non impediscono alla sfera del sacro di penetrare il mondo calcistico. Vivi sono ancora i ricordi dei reportage sui riti voodoo prima di alcune partite importantissime giocate dagli azzurri, o espressioni del tipo « di macumba si vince » !

Per chiudere con una nota di sacralità anche nazionale, diamo spazio all’inno cantato in apertura, prima del calcio d’inizio, quell’inno che faticosamente i nostri giocatori non semplicemente cantano, ma in alcuni casi si esprimono con la mano sul cuore. E i tifosi anche. Il culto della Patria, il culto del Calcio, il CULTO punto.

Luna di miele a Cuba – Da nord a sud (Terza parte)

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Camaguey

Al seguito delle feste calienti delle notti cubane ci allontaniamo dai bus turistici e approdiamo a CAMAGUEY, alla scoperta dell’est. Qui Cuba é differente : diversamente dalle altre città cubane i contorni sono estremamente irregolari tanto da poter definire il centro storico un vero labirinto. Lo scopo era visibilmente quello di destabilizzare il nemico eventuale (vedi pirati d’origine francese o Henry Morgan…). Camaguey é una città oggi molto più tranquilla rispetto alle sue vicine, meno turistica, più accogliente e autentica. Inevitabile cogliere dettagli architettonici e piazze nascoste lasciandosi prendere da una passeggiata nel dedalo di viuzze del centro storico.

La breve pausa é seguita dal viaggio scostante e avventuroso verso la misteriosa BARACOA. Pochi coraggiosi raggiungono l’estremo dell’isola, situata sulla costa nord della provincia di Guantanamo e dominata dalla vetta de El Yunque. Questo perché Baracoa é collegata al resto del mondo da un’unica strada, fatta edificare da Fidel Castro a seguito della vittoria rivoluzionaria come ringraziamento agli abitunti di una regione che aveva da subito aiutato il movimento. Questa strada, detta La Farola, l’abbiamo percorsa durante un lungo viaggio notturno via autobus e senza ombra di dubbio meriterebbe oggi di essere rimessa in sesto… Il fascino di questa piccolissima città é dovuto al fatto che é realtamente isolata da tutto, é tranquilla e vive in una dimensione a sé propria.

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Baracoa

Quella di Baracoa é una Cuba tropicale, umida, selvatica, dove i rapporti con il mondo esterno sono storicamente scarsi se non nulli. A Baracoa non vi é nulla da fare, se non ammirare il panorama, sedersi in un caffé, apprezzare la vita, ascoltare la musica (come sempre). E poi c’é un favoloso museo archeologico, gestito con amore e competenza da chi dedica tutta la propria vita a una passione (e qui si percepisce la mia ammirazione) : Las Cuevas del Paraiso. Preparate un paio di scarpe comode e un abbigliamento adatto all’escursione montana, questo non é un museo convenzionale, ma osservare e discutere a proposito dei Tainos, unico vero popolo aborigeno di Cuba, é un vero piacere mentre si osservano numerosi reperti e camere funerarie. Tutto questo é unico al mondo. A seguire una buona visita al Fuerte Matachin, museo municipale, puo’ essere un’ottima idea per comprendere meglio un territorio che non puo’ essere comparato ad altri. Altra chicca per chi sosta da queste parti é la Cruz de la Parra custodita all’interno della Cattedrale. Si tratta di una semplice croce di legno, ma la tradizione narra che sia stata piantata addirittura da Cristoforo Colombo nel 1492 ! Ecco un bel modo per sentirsi parte della storia… Di fronte alla cattedrale invece di busto in bronzo di Hatuey, capo tainos finito al rogo per aver rifiutato la conversione al cristianesimo. Anche questa é storia. Baracoa é ovunque considerata la patria del cacao e della cioccolata. Non vorrei deludere alcun viaggiatore ma il problema é evidente : hanno il cacao ma non sanno lavorarlo ! La possibilità di degustare dolci e bere cioccolata non soddisfa il palato.

Si riprende quindi il tortuoso tracciato per lasciare la cittadina in direzione delle spiagge idilliache di GUARDALAVACA, la stazione balneare più celebre del’isola dopo Varadero. Resort sullo sfondo di campi verdi, paesaggi tropicali, e un clima eccezionale. Senza nascondere che l’atmosfera é molto più distesa che nel nord di Cuba e la clientela meno occidentale (per intenderci, questo é un luogo dove trascorrono le vacanze i cubani !).

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Santiago di Cuba

Ultimo passaggio nel sud dell’isola é rappresentato dalla celebre SANTIAGO di Cuba, città straordinaria come vita sociale e agglomerato di cultura. Senza perdere autenticità e restando protetta dalle ondate turistiche, la vita in questa seconda capitale scorre senza sosta tra letteratura, musica, architettura… Sostare in una delle sue numerose piazze e osservare il quotidiano dei suoi abitanti, assistere a una partita di calcio improvvisata di fronte alla caserma della Moncada, sono esempi di un tempo trascorso felicemente senza alcuna fonte di stress. I giovani studenti della facoltà di medicina celebrano le ricorrenze del movimento rivoluzionario del 26 luglio, le feste serali in piazza coinvolgono bambini e anziani con quiz e spettacoli amatoriali… tutto é cosi semplice da essere adorabile ! Cosi come l’assenza di veri negozi, di catene commerciali che invece potremmo attenderci dalla seconda città dell’isola. Invece questa assenza (purtroppo a termine considerati gli ultimi investimenti economici in centro città) arrichisce il piacere di un soggiorno a Santiago. Un tour culturale prevede inoltre una visita alla magnifica Cattedrale, alla casa di Diego Velasquez perfettamente ricostruita riprendendo lo stile andaluso, il Museo del Ron (evidentemente meno caro e molto più tranquillo di quello dell’Avana), del Cuartel Moncada (a molti tratti commovente), passando per la piccola casetta gialla in cui ha vissuto il giovane Fidel… Decidere di passare per Santiago é un viaggio nella storia dell’isola e dei suoi protagonisti.

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Che y el nino

Tale viaggio é continuato verso la più piccola SANTA CLARA, laddove l’eroe Ernesto Che Guevara ha ottenuto la sua vittoria determinante ! Una giornata é sufficiente per scoprire tutto quello che ha da offrire questa piccola città : la piazza centrale col Teatro de la Caridad (splendido teatro coloniale), il Monumento del Tren Blindando (vagone presente in loco per ricostruire i fatti del 29 dicembre 1958), ma soprattutto il memoriale al Comandante Ernesto Che Guevara. Questo puo’ essere definito senza mezzi termini un vero e proprio luogo di pellegrinaggio laico, composto da un monumento, un mauseleo e un museo perfettamente riusciti nel loro insieme e dal punto di vista museologico (cosa per nulla scontata a Cuba). Il corpo del Che vi trova spazio dal 1997. La visita é innegabilmente emozionante… Di fronte a tanta grandezza merita comunque non dimenticare la più modesta ma molto originale statua del Che y Nino caratterizzata da piccoli rilievi scolpiti relativi ai momenti chiavi della sua vita. La lettura di una buona guida vi svelerà con interesse tutta la simbologia.

Un’altra breve visita a CIENFUEGOS alla scoperta di un colonialismo francese e non spagnolo condisce le ultime tappe in terra cubana prima di raggiungere i tanto sospirati CAYOS !!!!! Un vero paradiso del lusso e del relax, questo arcipelago si raggiunge facilmente e ogni cosa é perfettamente dedicata al turismo senza pensieri. Raggiungere Cayo Santa Maria é stato il picco della nostra luna di miele… Finalmente relax !

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Cayo Santa Maria

Infine la favola si conclude là dove ha avuto il suo inizio: l’Avana. Tornare é diverso, molto magico. I palazzi, quegli stessi palazzi che qualche settimana prima ci avevano stupito per la prima volta, si mostrano differenti quasi attraverso un nuovo volto. Le nostre sensazioni non combaciano più con quelle iniziali. Respiriamo un’aria diversa, ci sentiamo parte di Cuba, amiamo l’Avana più di ogni altra città. Il caldo afoso diventa fresco piacevole, la Salsa lascia spazio a passi di danza poetici di Tango lungo il Prado, quegli odori dovuti al traffico e alla vita di strada non sono più cosi fastidiosi. Fissiamo il panorama più bello del mondo dalla terrazza dello storico Hotel Siviglia e le lacrime scendono da sole, senza che sia possibile controllarle. Non solo finisce una vacanza, non solo finisce il nostro viaggio di nozze, ma qui finisce la nostra Cuba, quella che poco a poco abbiamo scoperto, abbiamo adorato, abbiamo sofferto. Ora fa parte di noi, sappiamo che torneremo, questo é stato il nostro saluto, anche se sappiamo che non sarà più la stessa cosa : il vento sta cambiando. Ma il nostro cuore é rimasto li nel mare delle Antille, lottando con la violenza delle onde sul Malecon, ma ornato dalla loro bianca schiuma, riscaldato dai raggi di sole e dal vento che lo spinge lontano, rassicurato dalle note di una musica malinconica e allegra.