Tanta nostalgia degli anni’90 – il 1996

90s… come gli articolo 31 ci hanno insegnato a canticchiare il piena fase adolescenziale quando ancora gli anni’90 facevano parte del presente. Si parlava di futuro, di 2030.

« E la mia mente indietro vola, veloce fila a prima del 2000, tanti anni fa, quando si era in tempo, adesso no, e oltre contro see’erano i pro… perciò… ohh…Tanta nostalgia degli anni ’90, quando il mondo era l’arca e noi eravamo Noè, era difficile, ma possibile, non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perche’. see’era chi aveva voglia, see’era chi stava insieme, see’era chi amava ancora nonostante il male, la musica, see’era la musica, ricordo, la musica, la musica, see’era la musica, la musica. »

E oggi che siamo alle porte del gate, in questo autoporto futuristico, possiamo permetterci una retrospettiva ? Forse nostalgica, ma possiamo almeno affermare con certezza che il 1996 é un anno che siamo contenti di aver vissuto. Un anno di SOLI vent’anni fa.

90s3Era proprio l’estate del 1996 quella in cui “Wannabe” scalava la classifica in 30 paesi del mondo rendendo popolare il rivolzionario concetto di girl power. E’ una band inglese (ne abbiamo conosciute tante, no ?) sovraeccitata che si imbuca ad una serata e inneggia cantando l’importanza dell’amicizia tra ragazze: é il fenomeno Spice Girls che avrebbe potuto eclissarsi dopo l’esplosione di una sola grande hit. Ma cosi non é successo. Le cinque spice hanno incarnato una nuova ondata di femminismo nella cultura pop, basata su paillettes, unghie finte e tanta artificialità. Una forza singolare che forse desiderano aver ereditato regine del pop che lottano oggi per il trono come Rhianna…

Poi ci sono quelle felpe con il cappuccio, quei berretti con la visiera rigida, quella cultura di strada hip hop, che oggi si é finalmente ancorata nel panorama italiano al punto da giungere in massa sul palco dell’Ariston a Sanremo. Solo negli anni’90 esplodeva il fenomeno del rap italiano… Se le sonorità dei Sottotono e degli Articolo 31 sembrano antiche o lontane rispetto ai Fedez odierni é giusto ricordare che proprio nel 1996 il giovane Neffa raggiungeva il disco d’oro grazie al successo del suo lavoro « Neffa e i messaggeri della dopa ».

Poi c’erano i centri sociali e la loro golden age condita di sonorità punk, c’erano i Punkreas e i top cortissimi dei Prozac +. Si pogava. E accanto c’erano gli eterni romantici che inneggiavano al pop degli 883 o al rock melodico di Ligabue.

Il 1996 é la poesia di Tori Amos, dei Fugees, dei Fool’s Garden che si scontrava con la grinta di Alanis Morissette, degli Oasis, dei Blur.

Tutti giovani e forti, una nuova energia, una rivoluzione musicale con molti raggi. Una rivoluzione sociale. Un nuovo mondo sino a oggi.

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Festival di Sanremo – La fiera degli ultimi (ode agli ultimi)

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Tradizione vuole che le canzoni, o meglio gli artisti (nonostante la denominazione classica del Festival), che conquistano le ultime posizioni in graduatoria siano poi quelli che « vincono » per davvero. Forse non ironicamente uno straordinario Elio non ha esitato nel dichiarare all’apertura dell’ultima edizione « Vogliamo essere eliminati ». Certo, parlava della possibilità del rispescaggio e della gioia eventuale che ne consuege… ma la vittoria non coincide sempre con la gloria assoluta, duratura, eterna.

Certo, nemmeno la sconfitta, se dobbiamo essere sinceri, ma sembra ormai accettato a livello generale cio’ che gli stessi giornalisti scrivono da tempo a proposito : da Vasco Rossi a Biagio Antonacci, passando per Zucchero e Caparezza. Le loro canzoni si sono piazzate in fondo alla classifica a Sanremo. Ma, come spesso accade, i brani che non riscuotono successo nelle serate del Festival diventano dei grandi successi di pubblico. E in qualche caso trampolino di lancio per carriere da quel punto in poi in continua ascesa.

Quello che pero’ scuote il pubblico (cioé NOI italiani) é il senso di ingiustizia quando trascorsa la notte del sabato sera sanremese incollati allo schermo televisivo, rinunciando alla tradizionale uscita al cinema, concedendosi giusto uno spuntino per non perdere tempo a preparare cena, lottando contro un sonno canaglia che rischia di farci perdere pettegolezzi cruciali o sfilate di moda da Ariston, investendo addirittura la non modica cifra di un euro e un centesimo per collaborare al televoto, scopriamo la classifica. Quel brivido non tanto dissimile dai tabelloni affissi fuori dall’aula dopo la maturità. Che trascorso breve tempo non hanno più importanza, ma che in quel momento preciso sono completamente invasi da tensione.

Ecco quella tensione ci fa gridare « No, non é possibile ! », « Come ??? », ed esclamazioni dello stesso genere…in attesa ovviamente della vetta, del podio spesso contrastante… Perché dopotutto noi al televoto abbiamo finito per cedere e per dare importanza. Ci sentiamo adesso parte integrante, attori non passivi della kermesse all’italiana per eccellenza.

Al di là di ogni polemica vorrei dare la giusta dignità a chi é stato escluso, a chi é arrivato ultimo o quasi, a chi nonostante tutto ha detto sul palco dell’Ariston « Grazie a tutti, di cuore ». Ringraziare, in qualsiasi occasione, é segno di umiltà. E noi, spettatori, ringraziamo voi, che avete anche semplicemente cantato.

1983 Vasco Rossi – Vita Spericolata

1984 Enrico Ruggeri – Nuovo swing

1985 Zucchero – Donne

1988 Biagio Antonacci – Voglio vivere in un attimo

1991 Mikimix (Caparezza) – E la notte se ne va

2005 Negramaro – Mentre tutto scorre

2005 Modà – Riesci a innamorarmi

2016 Bluvertigo – Semplicemente

2016 Zero assoluto – Di me e di te

Il risveglio della musica corsa : Svegliu d’isula

In Corsica la musica é una cosa seria. Al di là delle specialità gastronomiche locali di cui si vanta tanto la prelibatezza (e non a torto), dei vigneti di Patrimonio e delle attività che spaziano dal litorale ai monti, con una forte attenzione all’ambiente e all’ecologia, lo stile di vita corso prende vita attraverso le note della sua musica. E attraverso i testi delle proprie canzoni. Perché la fortissima identità locale di questa isola segnata da una lunga storia tanto interessante quanto poco conosciuta preferisce esprimere i propri valori attraverso i tratti musicali. Questa mentalità locale non sfugge a nessun visitatore e ogni villaggio non dimentica di un proprio festival musicale, se non addirittura di organizzare eventi culturali di massa (vedi Bastia) che hanno ambizioni artistiche che spaziano su tutto cio’ che puo’ essere espresso in lingua corsa. Questa é ben lungi da essere considerata qualcosa di banalmente folkloristico o in disuso … una percentuale non indifferente la parla oggi nel proprio quotidiano e desidera che la tradizionie non abbia termine. Cio’ non significa che non si conosca il francese (e anche l’italiano dopo secoli di occupazione genovese), ma piuttosto che la lingua locale continua ad occupare una parte veramente importante all’interno del sentimento identitario di un popolo insulare che in effetti si dimostra fortemente attaccato alla propria specificità.

E cosi il popolo in difesa della propria bandiera ha iniziato a comporre musica polifonica sino a raggiungere ballate destinate ad un pubblico più ampio. Oltre la tradizione di musica sacra (l’inno del popolo corso corso é Diu vi salvi regina del 1735) troviamo soprattutto canti di montagna originariamente legati alla narrazione di fatti quotidiani ed alla trasmissione della storia orale. Sono considerati un vero e strumento di trasmissione culturale (un esempio é cantato oggi nelle Paghjelle di Ponte Novu dove la battaglia di Ponte Novu dell’esercito di Pascal Paoli di fronte ai francesi é il soggetto sovrano).
Sono anche testi che voglio arrivare agli abitanti che hanno lasciato la propria isola per espatriare, oltre ad essere richiami al desiderio di libertà e di identità.

La lunga tradizione é presa in mano da gruppi di giovani audaci che credono nella loro creatività, spinti da una forte ispirazione che non abbandonano mai nelle proprie tournée : cantare e suonare é una missione ! E se volete sentire di che cosa sono capaci ho selezionato un gruppo che merita ogni rispetto, Svegliu d’Isula. Chitarre melodiche e testi poetici accompagnano la bandiera dei valori umani, oltre alle tradizioni, speranze e difficoltà dell’isola. Ascoltarli dal vivo é stato simile al sentirsi avvolti da una magia di voci e anime lungo un filo millenario. 3 album in attivo e tanta voglia di non abbandonare il palco. Buon ascolto !

Sanremo – La playlist dei “giovani” – Parte II

… e poi ci sono quelli che ricordiamo, ma che sono rimasti nell’ombra…

Valentina Giovagnini, Il passo silenzioso della neve, 2002

Enrico Sognato, E io ti penso ancora, 2000

Valerio Sanzotta, Novecento, 2008

Celeste Gaia, Carlo, 2012

Antonella Arancio, Ricordi del cuore, 1994

Lisa, Sempre, 1998

Erica Mou, Nella vasca da bagno del tempo, 2012

Veruska, Un angelo legato a un palo, 2004

Maria Pia e i Superzoo, Tre fragole, 2003

Francesco e Giada, Turu Turu, 2001

Linda, Sole, 2004

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Sanremo – La playlist dei “giovani” – Parte I

Ancora nel pieno della settimana Sanremese un momento dedicato al “Sanremo Giovani” o quello delle “Nuove proposte” che hanno sfondato, per viaggiare nella storia di questa straordinaria istituzione musicale da un’altro punto di vista…

Carmen Consoli, Un amore di Plastica, 1996

Raphael Gualazzi, Follia d’amore, 2011

Giorgia, E poi, 1994

Dolcenera, Siamo tutti la fuori, 2003

Eros Ramazzotti, Terra Promessa, 1984

Modà, Riesci a innamorarmi, 2005

Irene Grandi, Fuori, 1994

Anna Tatangelo, Doppiamente fragili, 2002

Laura Pausini, La solitudine, 1994

Mango, Il viaggio, 1985

Gianluca Grignani, Destinazione Paradiso, 1995

Nina Zilli, L’uomo che amava le donne, 2010

Paola e Chiara, Amici come prima, 1997

Marco Masini, Disperato, 1990

Syria, Non ci sto, 1996

Tiromancino, Strade, 2000

Alex Britti, Oggi sono io, 1999

Daniele Silvestri, L’uomo col megafono, 1995

Arisa, Sincerità, 2009

Nek, In te, 1993

Negramaro, Mentre tutto scorre, 2005

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West Side Story presenta l’Orchestra Nazionale di Lione (o viceversa)

Il 2015 a Lione si é aperto con uno spettacolo fuori dal comune, meno scintillante di quanto il bel mondo potrebbe attendersi, ma molto più emozionate di altre opzioni !

L’orchestra nazionale di Lione, sotto di direzione di Ernst van Tiel, ha prodotto un cineconcerto di capodanno basato su una meravigliosa commedia musicale di Broadway composta nel 1956 : WEST SIDE STORY. westsidestory1

Il film adattato, che usci nelle sale americane nel dicembre del 1961, risalta con una musica di un compositore, Leonard Bernstein, che si trova all’apice della celebrità in quegli anni. Gli spettatori dell’auditorium riconoscono cosi’ una versione originale che si fonde perfettamente tra musica classica e musica popolare.

Effettivamente le influenze jazz sono evidenti cosi come i ritmi della musica latina rappresentata delle radici portoricane degli Shraks. Le tensioni drammatiche dal vivo divengono più ampie, i passaggi cantati delicati e pieni di romanticismo incantano, e commuovono quasi quanto un melodramma operistico verso una complessità di una musica che sembra soltanto leggera ma in realtà risulta un grande capolavoro.

Non si tratta di guardare un film. Non si tratta di osservare un musical a teatro. E’ l’ingresso in un mondo dove la musica é la protagonista principale, indissoluta, senza distanza con il proprio pubblico.

Tony e Maria, moderni e ricercati Romeo e Giulietta del secolo scorso, fanno scorrere fiumi di lacrime, come i violini, ed il resto degli strumenti che compongono la straordinaria orcherstra che ha eseguito in diretta l’integralità della partizione del film. Voilà !

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In live : Ez3kiel

ezekielI prodigiosi critici musicali, professionisti del giornalismo, amano parlare di « album della maturità » ecc, quando io personalmente preferisco fermarmi a definizioni molto più semplcistiche come « album bellissimo ». Inoltre sempre gli stessi utilizzano una terminologia spesso simolica che in questo caso fa parlare del gruppo come « profeti del loro paese ».

Da quando vivo in Francia mi ritengo fortunata nell’aver assistito a due concerti di questo gruppo che ormai da 20 anni opera sperimentazioni musicali e grafiche a tutti i livelli, che conserva un suo seguito quasi apostolare, e che resta nella sua nicchia senza chiedere nulla di più ! Effettivamente possiamo intuire un certo culto che si crea intorno a questi  « profeti » nell’evidenziare gli effetti su un pubblico che ascolta in fase ipnotica la musica.

Ez3kiel-lux« Lux » é la creazione ultima, e come ho potuto osservare, intende espressamente accendere un fuoco e nn rappresentare semplicemente la fiamma di una candela. Come un libro composto da più capitoli, diversi e comuni tra loro, questo album elettro-rock utilizza una maggiore carica di energia, talvolta di rabbia, e giocando su un supremo accompagnamento di laser, luci e proiezioni, fonde tutti gli animi tra di loro.

Anche i profani non restano sordi al suono che in apertura al concerto sembra far esplodere il Transbordeur (locale rinomato nel circuito lionese) e far vibrare i muri. Tutti vivono quasi un esperienza mistica, si commuovono, ritrovano energia, si riflettono in uno specchio di emozioni e passioni.ezekiel2

Tutto questo pero’ non sarebbe possibile senza il magistrale lavoro di luci che trasforma un banale concerto in una pozione a 360 gradi. Ez3ziel é un gruppo indubbiamente avanti anni luce rispetto ai suoi contemporani grazie anche a 20 anni di carriera basati quasi esclusivamente sulla sperimenzazione incessante. E i risultati si vedono. Anche quando preferiscono restare nella loro nicchia.

Playlist dell’estate 2014

Mentre siamo quasi tutti rientrati nelle nostre casette e custodiamo il ricordo delle vacanze che lasciamo alle spalle, lancio un pensiero alla colonna sonora dei viaggi in auto, on the road per il mondo, con la radio a palla (i cd dimenticati nello scaffale di casa).

SHAKIRA – La La La

PITBULL, J LO, CLAUDIA LITTE – We are one (ola ola)

CALVIN HARRIS – Summer

CAPITAL CITIES – Safe and Sound

KATY PERRY – Birthday

JUSTIN TIMBERLAKE, MICHAEL JACKSON – Love never felt so good

ARIANA GRANDE – Problem

THE LUMINEERS – Ho Hey

Baby I don’t know, just I love you so

music on the road

I got the rhythm

I-Got-Rhythm_scale_762_366Sentire i brividi e la pelle d’oca sulla pelle, sorridere per il semplice gusto del piacere estetico musicale, vivere delle emozioni nel secondo balcone dell’auditorium di Lione: questo è stato il frutto dell’esibizione straordinaria di Stefano Bollani con il maestro Kristjan Jarvi.

L’ignoranza totale in materia ha permesso di vivere pienamente, con innocenza, ogni nota ed ogni gesto senza perdersi in riflessioni teoriche che spesso allontanano dall’arte vera. E cosi’ accade lo stupore di sentire battere il cuore.